Legge contro l’omotransfobia. Il plauso di Raia (Pd): ”Orgogliosa del lavoro svolto insieme a tutti i componenti della sottocommissione”

Napoli. “Ringrazio il presidente De Luca, il vicepresidente Bonavitacola, e l’assessora Marciani per il loro prezioso sostegno. Un sentito ringraziamento alla mia cara collega, Maria Ricchiuti, alla struttura amministrativa, ai collaboratori e consulenti di staff, e agli amici Carlo Cremona e Antonio Sannino, ed ai sodalizi che rappresentano, va il riconoscimento per l’importante contributo utile alla costruzione dell’impianto normativo”. Con questo intervento, la consigliera regionale Pd, Loredana Raia, si dice entusiasta del risultato raggiunto, a seguito dell’approvazione, in consiglio regionale, mercoledì scorso, della legge per il contrasto all’omotransfobia. “Il 17 maggio 1990 – spiega Raia – l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dichiarava che ‘l’omosessualità non è più una malattia’. Oggi, dopo 30 anni, le persone LGBT sono ancora vittime di violenze e discriminazioni. In consiglio regionale abbiamo approvato la legge contro l’omotransfobia allo scopo di difendere i diritti umani prima ancora che civili, rispondendo agli artt. 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale”. L’approvazione della leggere contro l’omotransfobia, per Loredana Raia è “motivo d’orgoglio per il lavoro che, insieme a tutti i componenti della sottocommissione, che ho avuto il privilegio di presiedere, abbiamo realizzato in questi mesi”. “Con gli sportelli ed i rifugi arcobaleno – sottolinea la consigliera regionale Pd – con tutte le azioni di prevenzione e di contrasto, con le misure per tutelare le vittime di violenza omofobica, siamo tra le primissime regioni d’Italia che, anticipando finanche il Parlamento nazionale, hanno dato risposte alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, alle loro emozioni e ai loro sentimenti, affinché siano libere e liberi di vivere la sessualità ed esprimere la propria personalità, senza doversi nascondere o addirittura vergognare, auspicando di essere, sempre di più, rispettati da quelli che, considerati normali, sono diversi da loro”.