Pompei. Martire (Pd) insorge contro la segreteria provinciale Dem. “Avanzare il nome di Amitrano è uno schiaffo alla coerenza”.
Pompei. Volano gli stracci tra i vertici provinciali del Pd e i leader locali. Nel mirino delle polemiche ancora la candidatura a sindaco di Carmine Lo Sapio, che avrebbe bloccato nelle mani dei vertici provinciali Dem il simbolo del Partito. Motivo? La sfiducia al primo cittadino Pietro Amitrano senza il ‘consenso’ dei rappresentati provinciali. “Il segretario provinciale e alcuni membri della segretaria ci hanno accusato di non aver condiviso con loro la scelta di sfiduciare l’amministrazione Amitrano. Non è corrispondente al vero”, tuona Bartolo Martire, ex capogruppo consiliare in quota Pd. Martire spiega che Loredana Raia, consigliera regionale del Partito, “ha seguito costantemente l’operazione e le decisioni assunte dal gruppo dirigente cittadino, prima e durante, le fasi che ci hanno poi portato a muovere la sfiducia nei confronti dell’amministrazione”. Ma non è tutto. A scatenare l’ira di Bartolo Martire sono state le indiscrezioni uscite su una nota Ansa, al termine della riunione tenutasi a Napoli mercoledì scorso, presso la segreteria Dem, tra gli esponenti locali, provinciali e regionali. Un incontro che doveva servire per mettere la parola fine alle polemiche nate sul simbolo e sulla figura di Carmine Lo Sapio. “La cosa più grave – spiega Martire – è che abbiamo chiuso la riunione con un’apertura da parte del segretario provinciale, Marco Sarracino il quale ha aggiornato l’assise affermando che avrebbe, nell’arco di 48 – 72 ore, effettuato un giro di verifiche politiche per riaprire il tavolo delle discussioni. Poi la sorpresa, e le indiscrezioni secondo cui il provinciale avrebbe concesso il simbolo del Pd all’ex sindaco Pietro Amitrano. Il che corrisponde, in sostanza, a sfiduciare il gruppo dirigente locale e di conseguenza i quattro consiglieri democraticamente eletti, nonché l’intera sezione locale. Cosa, che tra l’altro, spetterebbe, eventualmente, ai vertici regionali e non provinciali”. Secondo l’ex capogruppo Pd, “l’atteggiamento assunto equivale a rinnegare e far sparire il Pd dal territorio cittadino”. “Inspiegabilmente – accusa Martire – i vertici provinciali del partito democratico sfiduciano l’azione politica dei suoi rappresentati territoriali e regala il simbolo ad un sindaco sfiduciato dal suo stesso partito e che per di più non è iscritto al Pd. Non è chiaro Amitrano con quali forze dovrebbe presentarsi alle elezioni considerando che è impossibile e poco credibile che proprio chi lo ha sfiduciato nella scorsa legislatura lo sostenga, poi, nella prossima tornata elettorale. La nostra decisione di prendere le distanze dalla passata amministrazione era fondata su fatti reali, su un’inerzia paralizzante da parte del sindaco”. E, infine, Bartolo Martire lancia l’affondo : “Come mai il Partito interviene in una fase delicata come quella della concertazione del nome da presentare alle elezioni e non ha proferito parola quando la segretaria comunale dello stesso Amitrano è stata eletta all’europarlamento con la Lega, e annovera tra il proprio staff esponenti di estrema destra? Noi ci siamo presentati alla riunione provinciale aperti al dialogo e al confronto, ma la posizione assunta dai rappresentati napoletani è a dir poco provocatoria. Irricevibile. Avanzare il nome di Amitrano con il quale abbiamo tentato comunque un dialogo fino alla fine, è uno schiaffo alla coerenza e, onestamente, pregiudica la credibilità dei vertici provinciali”.